Il Segretariato Internazionale della IAI (Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica), ha approvato in questi giorni il Patrocinio al progetto L'Europa delle scienze e della cultura 2023, promosso dalla rete Borghi d'Europa.
I temi del 2023 riguarderanno la sostenibilità nel turismo culturale ed enogastronomico.
I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno inserito le Valli del Natisone nel percorso
informativo 2023, come avviene da alcuni anni grazie alla collaborazione informativa con l'Istituto
per la cultura slovena e la Pro Loco delle Valli del Natisone.
Continueranno così i viaggi del buon e bello vivere per far conoscere e valorizzare queste terre, proponendo le loro storie nel corso degli incontri internazionali del progetto L'Europa delle scienze e della cultura.
I Percorsi enogastronomici approfondiranno il dialogo con alcune delle associazioni protagoniste
della vita della comunità : in particolare Le Donne della Benecija e l'Associazione Invito a Pranzo.
“Le Eccellenze (femminili) delle Valli del Natisone si uniscono nella creazione di una bellissima rete di produttori...anzi produttrici: Le Donne della Benečija!
Un paniere di piccole realtà produttive di gente giovane, volenterosa e desiderosa di mettere a disposizione le proprie capacità, l'esperienza e le conoscenze maturate, per un obbiettivo comune: portare prodotti genuini e di qualità dalla Valle del Natisone direttamente a casa vostra!”
L'Associazione Invito a Pranzo è un'associazione di ristoratori delle Valli del Natisone che offrono piatti tipici locali e antiche ricette. Ogni anno, si riuniscono in primavera ed in autunno per portare in tavola menù personalizzati e dedicati ai prodotti tipici stagionali.
“Il 2 giugno si è conclusa con successo l'edizione di primavera.
Ortiche (pokrive), levistico (lustrih), menta (meta), partenio (mederjauka), sono soltanto alcune delle piante spontanee che i ristoratori dell’Associazione Invito a Pranzo continuano a utilizzare e rielaborare nei propri menù. Il tutto nel rispetto di quella memoria storica locale che racconta di come, da tempo immemore, le “erbe buone” venissero utilizzate nell’alimentazione quotidiana, per sfruttarne al meglio le proprietà curative. “